No, no, non dico ai bambini.
“Non urlate, per favore” è rivolto alle maestre e ai maestri.
Lo so che ci sono dei momenti in classe in cui l’unico pensiero è: “Dov’è la via di fuga più vicina?“.
Lo so che ci sono dei momenti in classe in cui lo stato di agitazione è totale e irrefrenabile, che al posto di quei 25, 26, 27 amatissimi, candidi, adorati bambini abbiamo 25, 26, 27 belve feroci esagitate…
Lo so ma, vi prego, NON URLATE!
Urlare fa male alla salute, è scientificamente provato.
Danneggia le corde vocali; quando ci si arrabbia i muscoli e le articolazioni diventano tesi, il sangue circola meno velocemente, si altera l’equilibrio del sistema nervoso, ormonale e cardiovascolare. In più, la pressione arteriosa aumenta, come la frequenza cardiaca e il testosterone, si altera l’attività celebrale e viene prodotta bile in eccesso.
Per non parlare dell’effetto sui bambini! Una delle prime conseguenze delle urla è che i bambini manifestano atteggiamenti aggressivi o difensivi.
Perché dunque farsi tanto male per non risolvere nulla? Se noi urliamo, i bambini urleranno ancora di più! La classe produrrà un rumore pari a settecento gessetti passati sulla lavagna, pari al pianto di dieci neonati affamati, pari a tre trapani ad alto funzionamento.
Pensiamo a delle soluzioni. Ecco alcune strategie sperimentate con successo:
- Parla con un tono di voce bassissimo, i bambini faranno subito silenzio per ascoltarti e, per imitazione, abbasseranno anche loro il volume della voce;
- Metti un sottofondo di musica rilassante che accompagni il lavoro dei bambini;
- Inizia a raccontare una storia, sposta banchi e sedie e fai trovare ai bambini una posizione comoda di ascolto e rilassamento;
- Fai muovere i bambini: falli ballare, portali a fare una passeggiata in corridoio/palestra/cortile, falli sfogare;
- Canta e fai cantare i bambini.
E se queste regole non funzionano ancora…allora spalanca la porta della classe e al primo passante chiedi: “Dov’è la via di fuga più vicina??“.